













































E’ la settima edizione quella che si è svolta il 6 novembre del 2022 a Gianola di Formia della manifestazione enogratronomica “Le Vie di Bacco”. Perché questa denominazione? Perché citare un dio pagano per dare un nome a questa passeggiata che coniuga in modo sublime cucina, cultura e natura? Bacco viene venerato nell’antichità come il dio del vino e …. dei beoni, ossia coloro a cui piace bere il prodotto della lavorazione dell’uva. In tempi più recenti a noi, e parliamo mdei primi secoli del Cristianesimo, il festeggiare con il vino nuovo si associa al nome di un snato dei primi secoli, San Martino di Tours, ricordato nel Messale l’11 novembre, come quel giorno in cui il caldo dell’ottobre lascia il posto ad un tempo più freddo, il tempo del riposo dei campi, perché i contadini reparassero quello che occorre per impiantare nuovi semi e nuoni innesti, Si, perché Gianola, che un tempo molto lontano, era la campagmnma in particolare deiìgli abintanti di Castellone, che si recevano con il pèroprio carretto in questa campagna, moloto umida d’inverno, per lavorarvi, e poter portare in città, allora divisa nei due quartieri storici di Mola e Castellone, il frutto del proprio laavoro. E questa tradizione, questo modo di vivere, coloro che ancvroa possiedono alcuni appezzam,enti di terreno, di quegli antenati di un tempo, da sette anni fanno riviverer quelle tradizioni contadine, fatte di buon cibo, ricavbato dai frutti della terra, ed assaggiare il vino nuovo stillato dalle botti nuove. Domenica 6 novembre, appunto, c’è stata questa riscoperta della tradizonale vita di campagna che l’associazione GianolAmare ha organizzato per il settimo anno, patrocinata dal Comune di Formia e dal Parco Riviera d’Ulisse, luogo dove effettivamente si è svolta la manifestazione, che ha visto una buona affluenza di persone che fin dalle 11 del mattino si sono recati nelle due postazioni predisposte all’accoglienza per ricevere il pass per lo stop davanti alle postazioni enogastroniche delle persone che hanno collaborato all’iniziativa. In realtà, per chi ha partecipato alle altre edizioni precedenti, chi conosce la manifestazione, ha subito notato che ci sono state meno installazioni rispetto al passato, ma che ha visto comunque inalterata la qualità dei prodoetti che le persone, approfittando anche della bella giornata di sole che ha benedetto l’andamento della manifestazione, sicuramente sono stati contenti di aver portato anche i loro figlioli a fare i famosi”quatto passi” all’interno del parco regionale della parte della Riviera d’Ulisse che prende il parco naturale di Gianola e Monte di Scauri, uno dei tre segmenti di questo brand naturalistico che prevede la presenza di altri due importanti segmenti: il parco di Monte Orlando a Gaseta e il parco della Grotta di Tiberio a Sperlonga. Non solo qundi cibo genuino, con profdotti della terra quali zucca, fsagili, olio, ed altro ancora, ma anche il buon vino delle vigne ancora presenti in questa porzione del territorio appartenente al Comune di Formia: aglianico e bellone, vino bianco o rosso, a seconda della produzione, comunque un vino genuino, come si faceva in tempi ormai lontani. Ma anche una colta parentesi storica, con la presenza del professore Giuseppe Nocca, noto archeostorico della alimentazione del territorio, che sta ultimando un volume sul catasto murattiano del 1812, che ha fatto vedere alcune peculiarità proprio di quel tempo di Gianola dove i proprietari degli appezzamenti coltivavano, per lo più, dei vigneti, e tenendo presente che Gianola è molto vicino al mare, quindi con un tasso di umidità molto elevato rispetto ai vigneti collinari, si riusciva comunque a ricavare un ottimo vino. Non solo cibo e natura, ma anche musica: infatti non poteva non mancare la partecipazione di due gruppi che hanno ripercorso quella tradizione della musica popolare contadina dei tempi antichi, che tra pizzziche, tarante e tarantelle varie, facevano rivivere quei bei momenti di riposo dalle fatiche della lavorazione della terra. Per la cronaca i gruppi che si sono esibiti con ballie canti tipici della cultura popolare sono stati gli Scaramantici e il Quartetto Salevé con la presenza graziosa di due ballerine in costume tipico contadino. Alla fine, nelle prime ore della serata, intorno alle 17, la manifestazione si è chiusa con un bilancio abbastanza positivo, vista la numerosa presenza di persone, tra cui diversi provenienti dai territori limitrofi della provincia di Caserta e dellas provincia di Frosinone. Ma quali sono stati i prodotti degustati nelle 10 postazioni enogastroenomiche incontrate durante il percorso? Ecco l’elenco:
1 – Arancia di cocozze – Malvasia e moscato
2- Frittat – trevv/ Ciciniello/ Moscato
3 – Gl fasugl e cucozz – Montepulciano – Nero d’Avola
4 – Pulernt co sug de saucicc – Aglianico
5 – Mnest de Terr e fasugl – Cicinello/Bewllone
6 – Lasagn – Montepulciano
7 – L’castegn – Cabernet/Montepulciano/Coda di Volpe
8 – Gl dolc
9 – Nu cafè pe allegeri
10 – Focaccia de cocozz e fungh – Bellone e Abbuoto
Una rivisitazione delle postazioni rigorosamente in dialetto formiano. Per cui si può chiudere con questa frase che riassume la saggezza popolare legata al vino, epsosta in una delle postazioni visitate dalle persone: “Anni, amore e bicchieri di vino non si contano mai”.