
Il senatore e segretario regionale della Lega Claudio Durigon, attuale sottosegretario al Lavoro, si è trovato al centro di una nuova polemica che ha coinvolto anche il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio Francesco Rocca: Questa volta non per una sua dichiarazione, come accadde nel 2021, quando poi fu costretto a dimettersi da sottosegretario all’Economia dopo che durante un comizio pubblico di Salvini al lido aveva detto di voler reintitolare ad Arnaldo Mussolini il parco che porta il nome dei giudici Falcone e Borsellino a Latina, ma per la sua casa nella Capitale. Casa di via Cortina d’Ampezzo, una delle strade più esclusive di Roma nord, che Durigon ha acquistato nel giugno dello scorso anno in una palazzina dell’Enpaia, l’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura, su cui ha il compito di vigilanza il Ministero del Lavoro di cui è sottosegretario oggi Durigon come lo era durante il Governo del Conte I dal 2018, insieme alla moglie. L’inchiesta giornalistica è stata condotta dal quotidiano Domani e dalla trasmissione di La7 Piazza Pulita. Secondo quanto è stato ricostruito dai giornalisti, l’esponente pontino della Lega, e per anni tra i fedelissimi del leader del Carroccio, ha acquistato un appartamento di 169 metri quadri nel cuore della Roma “bene” a 469mila euro, ben al di sotto del valore immobiliare delle abitazioni nella zona – le case costano tra i 4 e i 5mila euro al metro quadro -, beneficiando del 30% di sconto sul prezzo di mercato riservato agli inquilini che, al tempo della vendita, avevano sottoscritto un contatto di locazione da almeno 36 mesi. In quell’appartamento Durigon era entrato nel 2017, quando ancora non era sceso in politica e ricopriva la carica di vicesegretario dell’Ugl. Il rogito, come hanno spiegato sul quotidiano Domani Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian, segnala un dettaglio importante: il conduttore del contratto di affitto con l’Enpaia non era Durigon, ma proprio l’Ugl e il leghista di Latina ha potuto beneficiare del maxi sconto al momento dell’acquisto nel 2022 perché indicato dal sindacato come “soggetto utilizzatore”, passaggio reso possibile da una delibera dell’Enpaia del 2021 quando Durigon era già dentro l’abitazione da quattro anni. Non solo: sempre secondo quanto emerge dall’inchiesta di Domani e Piazza Pulita, negli anni in cui Duirgon ha vissuto nell’appartamento prima dell’acquisto definitivo, sarebbe stata la stessa Ugl a pagare l’affitto della casa, anche negli anni in cui era sottosegretario. Particolare questo smentito dall’Ugl che nel servizio andato in onda chiarisce che il sindacato “era intestatario dell’affitto ma gli oneri erano tutti in carico a Durigon” che, aggiunge il segretario generale Paolo Capone, “non ha usufruito oltre il marzo 2018” del pagamento da parte della sigla sindacale. Nella serata del 2 febbraio è arrivata anche la smentita da parte del sottosegretario leghista: “Facciamo chiarezza una volta per tutte. Da vicesegretario dell’Ugl abitavo nella casa attualmente di mia proprietà, in via Cortina d’Ampezzo. La mia presenza all’interno dell’appartamento era stata ovviamente denunciata dal conduttore alla proprietà dell’immobile. Da quando sono stato eletto deputato, con un apposito accordo privato tra me e il sindacato, di cui sono ancora consigliere nazionale, sono subentrato negli oneri contrattuali”. Durigon entra nel dettaglio anche dell’acquisto della casa. “Il Cda dell’Ente proprietario ha deciso l’alienazione di molti appartamenti, tra cui il mio, tre anni dopo il mio ingresso. Cinque anni dopo, nel 2022, come centinaia di altre persone, ho esercitato il mio diritto di acquisto, pagando oltre 460mila euro quasi interamente coperti da un mutuo. Una cifra stabilita nell’ottobre 2020, quando il prezzo degli immobili era calato notevolmente a causa della crisi economica prima e della pandemia poi. A ben vedere, la cifra non è poi così modesta, soprattutto in considerazione della casa, tutt’altro che di lusso. Non ho usufruito quindi di alcun beneficio, ma sono stato giustamente trattato come altre centinaia di inquilini-acquirenti. Quando l’immobile è stato posto in vendita e quando è stato acquistato, non avevo alcun ruolo di vigilanza su Enpaia. Capisco il clima da campagna elettorale, ma invito tutti a concentrarci sui bisogni dei cittadini del Lazio anziché andare a cercare scandali dove non ci sono”.Nella bufera è finito anche Francesco Rocca, candidato presidente del centrodestra. Anche lui, secondo l’inchiesta di Domani e Piazza Pulita, ha acquistato un appartamento nello stesso consorzio di Durigon, in cui viveva come affittuario dal 2019, nel dicembre dello scorso anno, beneficiando dello stesso sconto del 30%. E la polemica irrompe, quindi, anche nella campagna elettorale. Ha detto Francesco Rocca: ”Non ci sarebbe nulla da chiarire se non fosse che gli elettori meritano chiarezza. Nel 2019 gli elenchi degli immobili in affitto dell’Enpaia erano regolarmente sul sito e nel febbraio di quell’anno ho inoltrato regolare domanda via mail. A seguito della stessa ho stipulato regolare contratto di locazione per l’abitazione in cui vivo, pagando per oltre tre anni regolarmente un affitto complessivo di euro 2.400 al mese, non proprio una cifra a saldo e a canone di mercato”. Dopo oltre tre anni quando l’ente ha deciso di valorizzare parte del suo patrimonio immobiliare, alienando molte unità abitative, ed ha aggiunto Rocca “ho deciso di procedere all’acquisto, insieme ad altre decine di affittuari. La policy dell’ente prevedeva una scontistica commisurata agli anni di locazione e comunque non superiore al 30% rispetto al prezzo fissato da una società terza per coloro i quali erano affittuari da più di 36 mesi e risultavano in regola con il canone. Regole e prezzo di vendita sono state stabilite da Enpaia e valgono per tutti gli immobili di proprietà dell’ente. La delibera di alienazione è del 2020, quindi successiva alla stipula del contratto di locazione. Tutto secondo le regole, insomma. Come me, hanno comprato infatti casa centinaia di altri cittadini che, naturalmente, non fanno notizia perché non sono candidati per il centrodestra alla presidenza della Regione Lazio. La sinistra è imbarazzante. Anziché pensare alla pesante condanna ad Alessio D’Amato che ammonta a circa 300mila euro per distrazione di fondi della Regione Lazio (cosa che avrebbe dovuto fare escludere a monte la sua candidatura), pensa alla mia casa comprata regolarmente e senza alcun favoritismo. La zona mi piace ed è sicuramente bella, ma il mio appartamento non è certamente l’Hotel Plaza. Lo stabile necessita di un’importante opera di manutenzione e ristrutturazione e su nove appartamenti totali quattro sono ancora sfitti. Evidentemente non tutti li considerano un affare o un privilegio”. Pronta la replica di D’Amato. “La mia condanna è un primo grado, ci sarà un appello, ma parliamo di un qualcosa che riguarda la giustizia contabile e non è un tema di campagna elettorale. C’è invece un tema serio di opportunità che è venuto fuori, perché non passa un giorno che viene fuori una novità: prima il caso Bandecchi, poi quello delle firme della lista, ora la casa. Credo che bisogna essere trasparenti nel momento in cui si chiede il voto agli elettori. Io abito in borgata, in una casa di 110 metri quadri che ho preso da un privato 20 anni fa, pagando un mutuo come tanti cittadini che si sono fatti una casa senza vincere la lotteria degli enti previdenziali. La storiella del sito e di mandare la mail appare identica a chi diceva di aver trovato casa a sua insaputa. Non è credibile”.