
Gli sconti della stagione invernale partono nella Regione Lazio dal 5 gennaio, la vigilia del ponte dell’Epifania, della durata di sei settimane terminando il 15 febbraio. Ha commentato l’assessore regionale allo sviluppo economico Paolo Orneli: Le vendite di fine stagione sono un momento importante per esercenti e consumatori – ha commentato – ci auguriamo che possano dare una spinta ai consumi in una congiuntura particolarmente difficile per le famiglie, i lavoratori e le imprese”. Restano confermate in tutto il Lazio, le date fissate per lo scorso anno con la delibera di giunta regionale del 30 novembre 2021, che prevedeva la data di inizio dei saldi invernali il primo giorno antecedente l’Epifania, in conformità con quanto stabilito nell’accordo approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. E anche il divieto di vendite promozionali nei 30 giorni precedenti la data di avvio dei saldi invernali. Dopo la partenza anticipata il 2 gennaio di Basilicata e Sicilia, seguite dalla Valle d’Aosta il 3 gennaio, si parte dunque domani in tutta Italia. Secondo le previsioni di Confesercenti, è forte l’interesse da parte dei consumatori per l’avvio dei saldi invernali: secondo i dati del sondaggio condotto Fismo, la federazione dei negozi specializzati in moda di Confesercenti, da Ipsos su un campione di 800 consumatori, il 72% degli si dichiara interessato ad acquistare almeno un capo in saldo, per un budget medio di circa 160 euro a persona. E c’è un ulteriore 23% che deciderà in base alle offerte. La media di 160 euro nasconde però una spesa media fortemente diversificata a livello regionale: nel centro Italia si spenderà in media 216 euro, un budget sensibilmente più alto di quello delle regioni del Nord e del Sud (rispettivamente 148 e 147 euro). Gran parte degli intervistati hanno poi dichiarato che si recheranno nei negozi e nei centri commerciali che sfidano così la forte concorrenza del web: l’89% dei consumatori, infatti, acquisterà uno o più prodotti presso un punto vendita fisico, mentre il 59% si rivolgerà all’online. I negozi sono preferiti soprattutto da over35 (90%) e al Centro (92%).
Quello degli sconti di fine stagione è quindi un momento molto atteso anche dai cittadini della provincia pontina che, dopo le spese per le festività natalizie e dovendo comunque far fronte alle ristrettezze economiche dovute all’aumento dell’inflazione e dei prezzi dell’energia, non rinunciano comunque a cercare qualche buona occasione per fare acquisti. Ma non bisogna cadere lle truffe e quindi il Codacons ha ripreso il suo decalogo antitruffa che un acquirente dovrebbe seguire:
1) conservare sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. se il cambio non è possibile, ad esempio perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). si hanno due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.
2) le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. stare alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. è improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.
3) girare nei giorni che precedono i saldi andare nei negozi a cercare quello che interessa, segnandone il prezzo; si può così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andare a colpo sicuro, evitando inutili code. non fermarsi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontare i prezzi con quelli esposti in altri esercizi.
4) consigli per gli acquisti: cercare di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: così si è meno influenzabili dal negoziante e si corre meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non si aveva alcun bisogno. valutare la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. diffidare dei marchi molto simili a quelli noti.
5) diffidare degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto). un commerciante, salvo nell’alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto.
6) servirsi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistare merce della quale si conosce gia’ il prezzo o la qualita’ in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
7) negozi e vetrine: non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. controllare che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. la merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.
8) prova dei capi: non c’è l’obbligo, è rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.
9) pagamenti: nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.
10) fregature: se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi al Codacons, oppure chiamate i vigili urbani.