Giuseppe Saragat

L’elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1964 si è svolta tra il 16 ed il 28 dicembre dello stesso anno. Antonio Segni, nel 1964, rassegnò le sue dimissioni anticipate il 6 dicembre a seguito del malore che lo aveva colpito nell’estate durante i colloqui con i Segretari dei Partiti di Maggioranza per la formazione del nuovo Governo e del relativo programma; come previsto dalla Costituzione italiana, le funzioni del Presidente le espletava il presidente del Senato Cesare Merzagora. Si doveva scegliere un nuovo presidente ed il candidato ufficiale della Democrazia Cristiana, partito di maggioranza relativa, era il Presidente della Camera dei Deputati Giovanni Leone; i due partiti socialisti si presentarono con la candidatura comune di Saragat, mentre il PCI votò per il candidato di bandiera Umberto Terracini. I Liberali, all’opposizione sin dal 1962 proposero il candidato Gaetano Martino. Il MSI si espresse per De Marsanich, Presidente del Partito. Nella DC presero voti anche Mario Scelba e Paolo Emilio Taviani. Fino al VI scrutinio le posizioni dei Partiti e dei Candidati non cambiarono sostanzialmente se non per una crescita notevole di consensi da parte di Fanfani, al VII scrutinio il Partito Liberale ritirò la candidatura di Gaetano Martino. Nella Dc emerse quasi subito la candidatura alternativa di Amintore Fanfani, non amato da Moro, che diventò progressivamente sempre più consistente. Dopo sette turni infruttuosi, i due partiti Socialisti, vista la temporanea impossibilità di una candidatura comune della maggioranza di centro-sinistra, decisero di astenersi. Anche il MSI ritirò la candidatura di De Marsanich nel X scrutinio. Al X scrutinio i socialisti del PSI cominciarono a votare per Pietro Nenni che, a partire dal 13°, diventò il candidato comune anche di PSDI e PCI; nel frattempo, Fanfani si ritirò dalla contesa. Dopo 15 scrutini, si ritirò anche Giovanni Leone. A questo punto, i democristiani non poterono aderire a una candidatura Nenni, già appoggiata dai comunisti, perché avrebbe significato andare oltre la formula di centro-sinistra, già ritenuta troppo avanzata da ampi settori della DC. Il 25 Dicembre al XVI scrutinio la DC iniziò ad astenersi ed il MSI tornò a votare per De Marsanich. Al XVIII scrutinio il 26 Dicembre, democristiani e socialdemocratici si accordarono per votare Saragat, ritenuto una figura tale da poter rappresentare il centro-sinistra. Del resto Saragat era stato il vice-Presidente del Consiglio dei Ministri del primo Governo Moro di Centro-Sinistra. PCI e PSI continuano a sostenere Nenni per altre tre votazioni; e poi il leader socialista chiede ai parlamentari che lo supportano di far confluire i propri voti a quelli di Saragat. Il Partito Liberale riprese a votare per Gaetano Martino. Giuseppe Saragat venne così eletto Presidente della Repubblica Italiana, il 28 dicembre 1964, al XXI scrutinio, con 646 voti su 963 componenti l’assemblea (67,1%) con i voti di DC-PSI-PSDI-PRI, i Liberali votarono per Gaetano Martino che ottenne 56 voti, il MSI per De Marsanic con 40 voti, ed il Partito Comunista votò scheda bianca, in quella che, sino ad ora, è stata l’elezione più contrastata alla massima carica dello Stato a causa di diversi fattori di difficoltà, la DC che non riusciva ad assorbire la svolta a sinistra imposta al Partito prima da Fanfani e poi da Moro. Moro e Fanfani che rivaleggiavano all’interno della DC e non si amavano. Il Partito Liberale di fatto escluso dall’area di Governo a seguito dell’avvio della stagione del Centro-Sinistra. Il Movimento Sociale Italiano ed i Partiti Monarchici cercavano di sdoganarsi per favorire la creazione di una coalizione di Centro-Destra, ma dopo i fatti del luglio 1960 e del Governo Tambroni, la cosa appariva difficile, nonostante gli sforzi di Arturo Michelini. I Socialisti di Nenni erano, come negli anni 1920-22, divisi tra coloro che tendevano verso il PSDI e la sinistra DC e coloro che preferivano la coerenza di un’alleanza col PCI. Saragat rappresentava l’unico candidato possibile, gradito dal centro e dalla sinistra DC, dal PSDI, dal PSI e dal PRI, nonché dal PCI.

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