
Su 9284 metri cubi di rifiuti radioattivi presenti nel Laziouna parte è custodita nella ex centrale nucleare di Borgo Sabotino: questo dato è emerso dal rapporto ‘Rifiuti radioattivi’ di Legambiente in vista del decimo anniversario di Fukushima. Secondo l’associazione ambientalista nella nostra regione c’è il 30% del volume totale di tutti quelli presenti in Italia. Nel deposito provvisorio della ex Centrale di Borgo Sabotino a Latina c’è un volume di 1.794,44 metri cubi di rifiuti radioattivi e un’attività radioattiva di 27.139,67 Giga Becquerel mentre nel Centro Ricerche Enea Casaccia a Roma ci sono 7.489,81 metri cubi di rifiuti radiottivi e una radioattività di 28.091,43 GBq. La radioattività totale nel Lazio sui 2 siti è di 55.231,1 GBq, il 2% del totale nazionale di 2.881.754,50 GBq. Pochi metri oltre il confine sud regionale c’è anche l’ex Centrale del Garigliano a Sessa Aurunca in Campania con 2.967,64 metri cubi di scorie e 358.425,82 GBq di attività. Ha commentato Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio: “Il territorio del Lazio è stato sempre centrale, purtroppo, nella storia dell’energia nucleare italiana e oggi sono stoccati nella nostra regione quasi un terzo dei rifiuti radioattivi presenti in Italia per metri cubi in grandissima parte a bassa radioattività. C’è stata nel Lazio la centrale nucleare di Borgo Sabotino, si sarebbe voluta costruire la nuova centrale nucleare di Montalto fermata dalle vittorie referendarie, pochi metri a sud del confine con la Campania c’è la centrale del Garigliano e oggi ci sono due siti provvisori di rifiuti radiottivi. A dieci anni dal disastro di Fukushima ancora abbiamo un sito pieno di rifiuti radioattivi a pochi metri dal mare, nella ex Centrale di Borgo Sabotino a Latina, e un secondo al centro Enea Casaccia a Roma. La pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi è arrivata nello scorso gennaio con un ritardo mostruoso: ora il tema della gestione dei rifiuti nucleari a media e bassa attività deve essere accompagnato, da parte delle istituzioni, da una comunicazione e informazione chiara e trasparente nei confronti dei cittadini. Il processo nazionale di scelta del luogo, per realizzare il deposito nazionale rifiuti radioattivi, deve avere tempistiche certe, scelte, progetti e programmi che non siano calati dall’alto ma inseriti in percorsi partecipati e di dibattito pubblico, e su tutti i territori la cittadinanza attiva deve accompagnare questa scelta con dibattiti e documenti, non per evitare che venga fatto nel proprio territorio ma perchè il sistema paese scelga il luogo più giusto”.